giovedì 24 marzo 2011

Complimenti al Prof. Nicola Zippel (Università di Roma,già brillante traduttore dell'husserliana "Introduzione all'etica"per i tipi di Laterza)  per la traduzione dei saggi finkiani sulla fenomenologia degli anni Trenta -
Eugen Fink, "Studi di fenomenologia 1930-1939" traduzione di N.Zippel,Lithos,2010, ISBN 978888960485.
 In questo modo,viene resa più chiara al lettore italiano digiuno di tedesco (ma già la lettura della Sesta Meditazione è di una straordinaria evidenza-per tutti,si veda il poderoso e ponderoso saggio di van Kerckhoven su "Mondanizzazione e individuazione" del '98,Il Melangolo) la lotta tra i titani Husserl e Fink,quest'ultimo già dalla fine degli anni Venti ampiamente avviatosi lungo un percorso assolutamente autonomo culminante-Husserl vivente!-nel  saggio sullo "Sviluppo della filosofia di Husserl" dello stesso anno (ora in "Prossimità e distanza",ETS),che altro non è che una ripresa -apparentemente meno traumatica e solo formalmente meno radicale,forse adeguata alle precarie condizioni di salute di un Husserl morente,nel dicembre del '37!- del § 10 (sulla predicazione trascendentale) della Sesta Meditazione imperniato,come le parti che lo precedono, sulla tematizzazione di quel  'concetto' di "analogia" che,insieme alle categorie di "apparenza",dialettica dell' "essere-per-sè" e dell' "essere-in-sè","mondanizzazione impropria",natura 'esponenziale',trascendentalmente eterogenea,dello "spettatore fenomenologico"rispetto all'ineffabile soggettività fungente-fluente trascendentale,palesano le massicce quanto teoreticamente -e oppositivamente rispetto ad un Husserl sempre più sconcertato all'altezza non solo di quel §10- fondanti frequentazioni, da parte del giovanissimo Fink, sia dello Hegel della "Fenomenologia dello Spirito" -su cui tra il '30 ed il '31 Heidegger teneva una celebre serie di lezioni- sia della filosofia di Anassimandro e di Eraclito,sia dell'amatissimo Nietzsche il cui "Uber-Mensch"dionisiaco serpeggia ovunque.
Non per nulla,la prima Appendice,di Fink, alla Sesta Meditazione contiene una succinta ma inequivocabile  sintesi dei punti di rottura con Husserl:uno per tutti -ma che li riassume nella loro totalità!-,l'affermazione,di fronte alla centralità husserliana dello 'spirito umano-finito',della centralità,antagonistica,di una "filosofia me-ontica dello spirito assoluto".
Sarebe interessante vedere tradotto anche il secondo volume dei materiali finkiani(Husserliana,Dokumente,1988) -il primo,la Sesta Meditazione, tradotto da Marini per Franco Angeli-:anche lì la differenza tra Husserl ed il suo 'assistente' è palpabile sin nelle minime sfumature,specialmente laddove Husserl commenta i §§ 2 e 5 del progetto finkiano del '31 sull'opera sistematica sottolineando la centralità della costituzione intersoggettiva del mondo ed una concezione radicalmente alternativa a quella finkiana del concetto stesso di 'mondo' -sulla scorta delle lezioni sui "Problemi fondamentali della fenomenologia" del 1910-11.
E così si ha anche la percezione dell'autonomia di Fink rispetto ad Heidegger,nonostante gli enormi punti di tangenza e di intersezione.
Povero Husserl,stretto tra la 'differenza ontologica' del filosofo di Messkirch e la 'differenza cosmologica' di Fink!
Ancora complimenti!

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